A Roma Picasso e la fotografia

Mostra Picasso e la Fotografia - ANDRÉ VILLERS, PICASSO NEL SUO ATELIER
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Picasso nella meravigliosa confusione del suo atelier, circondato da tele e pennelli, intento a osservare uno dei suoi capolavori, oppure ritratto accanto alla sua sposa Jaqueline Roque, o ancora mentre gioca come un bambino a interpretare Braccio di ferro. E’ la doppia immagine dell’uomo e dell’artista quella che la mostra di Palazzo Merulana “Picasso e la Fotografia: gli Anni della Maturità. Fotografie di Edward Quinn e André Villers, 1951-1973” rimanda al visitatore.
Allestito dal 30 giugno al 25 agosto, il progetto espositivo – a cura di J. Abello Juanpere, J. Fèlix Bentz, M. Ancora – propone un racconto sfaccettato e non comune di Pablo Picasso, che dà al pubblico l’occasione di curiosare in un ambiente privato e familiare, nel mondo segreto di un artista di levatura mondiale, tra i più importanti protagonisti della storia dell’arte. Grande merito è l’aver reso possibile l’esposizione, per la prima volta in Italia, di una selezione di opere appartenenti al fondo di proprietà del collezionista lussemburghese Guy Ludovissy, gestito dal Reial Cercle Artístic de Barcelona e composto da 34 foto di André Villers e 94 opere di Edward Quinn: grazie a queste opere si può aprire anche un confronto inedito tra i lavori dei due fotografi che furono fianco a fianco del grande Maestro spagnolo e che riuscirono a catturarne numerosi istanti di vita quotidiana. Del resto Quinn e Villers divennero amici intimi di Picasso e suoi confidenti e poterono così osservare da vicino gli ultimi decenni di vita dell’artista condividendo le sue emozioni e le sue riflessioni. Nata dalla sinergia tra la Fondazione Elena e Claudio Cerasi e CoopCulture, la mostra offre dunque al pubblico ritratti indimenticabili, curiosi e inaspettati di Picasso, nei quali si riflette anche lo sguardo attento e partecipe di due importanti fotografi. Tanti i temi che emergono in un percorso approfondito, che si snoda lungo 6 sezioni e una novantina di fotografie: i momenti di intimità e gli slanci di creativa ricerca, la personalità di Picasso, il suo estro e l’umanità, i rapporti con la famiglia, il gioco e la parodia attraverso la maschera e il travestimento, lo studio e il lavoro continuo, ma anche il legame con Quinn e Villers. Nella mostra trovano spazio anche le ossessioni del Maestro, le manie, la consapevolezza del legame saldo tra i fatti quotidiani, il comportamento e l’esito della propria arte.