Renata Marsili, pronipote di Pirandello, ha svelato “Dediche ed autografi pirandelliani”

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Viaggio nel mondo di Pirandello con lo sguardo di una discendente diretta, la professoressa Renata Marsili Antonetti. Negli incontri organizzati dal Comune di Labico e dalla Fondazione De Cultura, nell’ambito della “Primavera delle Meraviglie” patrocinata dalla Regione Lazio spazio a “Dediche ed autografi pirandelliani”, libro edito da De Cultura e pubblicato lo scorso dicembre, che propone un censimento di documenti inediti e autografi legati al grande Premio Nobel grazie alla certosina ricerca nelle carte di famiglia operata dalla pronipote. Dopo il benvenuto di Guido Ciarla, il relatore Rocco Della Corte è entrato subito nel vivo domandando all’autrice quali tappe l’abbiano portata a scrivere questo volume, il settimo della sua personale produzione dedicata a Pirandello. “Io non sono oggettiva”, ha specificato Renata Marsili, “perché sono una di famiglia. Cercando nelle carte e nelle librerie di famiglia mi sono imbattuta in alcune dediche autografe, così ho cominciato a cercare e mettere in ordine”. Non mancano le splendide parole degli amici scrittori, tra tutti Capuana, Ojetti, Boner. “Ci sarebbero tante cose da dire”, ha continuato la professoressa Marsili, “ma io mi limito alla sfera personale. I suoi rapporti con Linuccia, le dediche giovanili, Capuana che gli dedica scrivendole a mano ben dodici poesie: io conservo tutto qui, e ho dato alle stampe questo libro.  Per condividere con i lettori queste storie”. Il libro contiene immagini, quadri, cartoline. Come specificato da Della Corte, “è una monografia emozionale” e Renata Marsili si è mossa proprio in base a questi scritti pregni di affetto e di stima. “In un catalogo c’è anche una dedica stampata a Luigi Pirandello”, ha aggiunto Renata Marsili, “nonché quella scritta a mano dal proprietario della fabbrica: una curiosità che ho voluto inserire perché mi sono ritrovata questo libretto che ci fa riflettere, nel 1924 all’indomani della guerra, sulla poesia futurista e sulla rinascita industriale”. Ampio spazio è stato dato ai ritratti fatti dal figlio Fausto: “La pittura, che parte da Lina, attraverso Luigi arriva il figlio e se loro due, Luigi e Lina, non sono stati pittori famosi, Fausto lo è diventato eccome nel gruppo romano”.  Una figura importante che emerge dal volume, e al quale è dedicato un capitolo, è quella del cognato Calogero: ingegnere minerario di alto livello, ha lasciato pubblicazioni importanti nel suo settore. “Ho trovato la documentazione dei suoi primi viaggi, nel 1883”, ha detto l’autrice, “e ho inserito un documento dedicato alla moglie Lina che dà l’idea dei suoi sentimenti. C’è anche il telegramma di Luigi a lui rivolto per le felicitazioni della prima nascita”. La presentazione del libro, seconda tra quelle programmate nella rassegna “E uscimmo a riveder le stelle”, ha riscosso un ottimo successo In attesa del prossimo incontro letterario con Ciro Gravier Oliviero (mercoledì 28 alle ore 18.30).