Shelf-life: vediamo cosa si intende quando si parla della vita di un alimento.

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“Vita da Scaffale”, sembra il titolo di una serie TV, ma non lo è. In realtà è ciò con cui
letteralmente viene tradotto il termine Shelf-life che non è altro che la vita
commerciale di un prodotto, cioè il tempo che trascorre dalla sua produzione al
consumo, senza che vi siano rischi per chi lo consuma. In questo arco di tempo il
prodotto in questione subisce modificazioni organolettiche che vanno
inevitabilmente ad intaccarne la qualità, ma ciò che si deve salvaguardare è la
sicurezza igienico-sanitaria.Da cosa è influenzata la vita commerciale di un prodotto?
La Shelf-life di un alimento dipende in primis dalla sua composizione, dalle
caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche, dalla modalità di conservazione e
dal tipo di confezionamento.
Chi ha la responsabilità di definire la Shelf-life?
Il produttore dell’alimento, servendosi anche di prove di laboratorio, ha la
responsabilità di definire dopo quanto tempo il prodotto non può essere
commercializzato. Due sono i modi diversi per definire la vita commerciale
dell’alimento: data di scadenza e termine minimo di conservazione (TMC).
Qual è la differenza?
I due concetti sono introdotti a livello normativo dal D.lgs n°181 del 23 giugno del
2003, attuazione della direttiva CE 13/2000.
Il TMC (termine minimo di conservazione), indicato dalla dicitura “DA CONSUMARSI
PREFERIBILMENTE ENTRO”, definisce il periodo di tempo entro cui, chi produce
garantisce il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche del
prodotto, se vengono rispettate le modalità di conservazione. Ha quindi un significato
puramente qualitativo. Troviamo questa dicitura sulle confezioni di cibi secchi o
comunque con lunghi periodi di conservazione. Se il prodotto è integro, la vendita e il
relativo consumo, dopo la data posta sulla confezione, non è vietato e non costituisce
un pericolo per il consumatore, non vi sono infatti sanzioni per la vendita successiva
al TMC.
La Data di Scadenza è invece indicata con “DA CONSUMARSI ENTRO” ed individua la
data ultima entro la quale, l’alimento, se ben conservato, è idoneo al consumo. La
vendita del prodotto oltre la data di scadenza è vietata e sono previste sanzioni
amministrative pecuniarie per chi infrange la legge. Il consumo di tali prodotti
costituisce un pericolo per la salute del consumatore, perché si tratta di cibi deperibili. In conclusione?
Occhio alle confezioni e segnalate la presenza di prodotti scaduti ancora in vendita.

Dott.ssa Michela Lai
Consulente esterno per la sicurezza alimentare
626 School-Società di Consulenza