EL PAISAJE RECOBRADO. ESULI SPAGNOLI A ROMA. OMAGGIO A MARÍA TERESA LEÓN E RAFAEL ALBERTI

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Le istituzioni culturali spagnole presenti a Roma rendono omaggio a María Teresa León e Rafael Alberti. Giovedì 30 giugno alle ore 10:00, l’Ambasciatore di Spagna in Italia, Alfonso Dastis e il direttore dell’Instituto Cervantes, Luis García Montero, inaugureranno il progetto “El paisaje recobrado [Il paesaggio recuperato]. Esuli spagnoli a Roma”, nato dalla collaborazione tra Instituto Cervantes di Roma e Reale Accademia di Spagna a Roma.

Per l’occasione, gli artisti Miki Leal e Clara Montoya posizioneranno due opere create ad hoc per questa celebrazione sulla scalinata della Via Crucis che collega la Reale Accademia con Via Garibaldi. Un omaggio agli autori in esilio María Teresa León e Rafael Alberti, in occasione del 120 anniversario della nascita del poeta di Cadice.

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Gli esuli spagnoli che si rifugiarono dopo la Guerra Civile spagnola nella Città Eterna non ebbero mai accesso alla Reale Accademia, motivo per cui le citate istituzioni culturali, per onorare la memoria e come postuma ammenda, e per ringraziare la calda accoglienza che gli riservò la città di Roma, hanno deciso di rendere omaggio promuovendo la creazione di una sorta di Passeggiata dell’Arte (El paisaje recobrado) che crescerà con i successivi interventi  sul citato sito, dal grande simbolismo per via del veto posto nei loro confronti dal regime franchista.

 

“Schiavo del pavimento” di Miki Leal

Detto intervento prende titolo da alcuni versi del primo libro della tappa romana di Rafael Alberti intitolato Roma, pericolo per viandanti. L’interesse per l’attività stessa di camminare e girovagare per la città è il punto di partenza dell’omaggio, in forma di mosaico. Le maioliche riflettono alcuni aspetti Classici della poesia di Alberti e della sua vita in esilio, conformando una sorta di ritratto psicologico. Da una parte, i grafismi disegnati sui pezzi dalla forma di mezzaluna simboleggiano la vita notturna del creatore nella capitale italiana. Allo stesso modo, in un gioco di forma e composizione cromatica, sorgono le onde che evocano il Puerto de Santa María, dove l’artista ritornò dopo gli anni a Roma e, nelle sue stesse parole, “realizzò tutto quello che aveva scritto in esilio”.

 

“Studio 31. Uno studio per María Teresa León” di Clara Montoya

Studio 31 è una proposta di studio bandito nell’angolo del Via Crucis, fuori dal passaggio, con vista a Trastevere, la sua casa a Roma per anni insieme a Alberti, prima di tornare in Spagna. È uno studio clandestino attaccato alla Reale Accademia di Spagna a Roma, lo studio che non ebbe mai. Gli studi degli scrittori sono, anche nell’Accademia, scarni: un tavolo, una sedia, un punto luce, corrente elettrica e WiFi. Il pezzo intende fornire un luogo dove poter riposare, studiare e scrivere all’esterno (anche se in balia degli elementi) per coloro che non hanno posto all’Accademia o in un altro luogo, o che invece ce l’hanno e vogliono essere ospiti di María Teresa León. Il pezzo è specifico per lei ma, allo stesso tempo, diventa generico per tutti coloro che non ci sono stati e non ci saranno all’interno della Reale Accademia, ma che meritano tuttavia riconoscimento e rispetto.

 

Miki Leal (Siviglia, 1974), Laureato in Belle Arti all’Universidad de Sevilla. Durante la sua carriera la sua opera è stata apprezzata in ambito nazionale e internazionale, facendo parte di molteplici mostre in gallerie e musei spagnoli tra cui F2 Galería, Galería Rafael Ortiz, Galería Fúcares, Galería Magda Bellotti, Centro Federico García Lorca, Centro Andaluz de Arte Contemporáneo, CAC Málaga, CAB Burgos, MUSAC, Artium, tra altri. Anche in gallerie internazionali quali Kewenig Berlin, Track 16 Gallery, Santa Monica, USA; Galerie Maribel López, Berlino, 3+1 Arte Contemporánea, Reale Accademia di Spagna a Roma.

Lavorando sempre su carta, Miki Leal sviluppa una figurazione astratta molto personale con sfumature pop e oniriche. Come se si trattasse di fantasie, le scene che crea con raffinata tecnica pittorica sono fantasticherie di forme e colori tratti direttamente dalle tribolazioni della mente dell’artista. Il suo metodo di lavoro si avvale dell’associazione per trovare scoperte da sviluppare con l’energia, la forza e la versatilità che contraddistinguono la sua pittura.

 

Clara Montoya (Madrid, 1974). Lavora un ampio ventaglio di tecniche e formati sempre da un punto di vista scultoreo. Approfondisce le narrazioni costruite dalla scienza e dalla società allargando e modificando la percezione dell’ambiente tramite pezzi modulari, azioni collettive o metamorfosi materiche tra altri. La sperimentazione fa parte indispensabile della sua pratica artistica.

Ha vinto residenze, borse di studio e premi tra cui spiccano la Fundación Marcelino Botín, la Citè Internationale des Arts (Parigi), The Cooper Union (New York), la Junge Akademie der Kunste (Berlino), proposta da Mona Hatoum, la Reale Accademia di Spagna a Roma e Casa Wabi in Messico. Ha esposto in istituzioni come l’ADK (Branderburger Tor, Berlino) e il Künstlerhaus Bethanien (Berlino), la Fundación Antonino y Cinia (Cerezales), CDAN (Huesca), o il CCCC (Valencia).

Le sue opere si trovano nelle collezioni del Museo Nacional de Arte Contemporáneo Reina Sofia (España), Collezione di Arte Contemporanea del Parlamento Europeo, CA2M (Madrid), Inelcom, Museum of Contemporary Art of Istanbul (Turchia), The Gfzk (Germania), Seomi&Tuus Collection (Corea del Sud), Fundación Nirox (SA), Colecçao Madeira di disegno (Portogallo), la Colección Nacional de Arte Contemporáneo Español, la Fundación Marcelino Botín, il CAAC (Malaga), ecc. Vive e lavora a Madrid, rappresentata in Spagna da F2 Galería.