Il Centro Glaucoma UOC di Oculistica dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma in prima linea per l’innovazione nella cura del glaucoma grazie alla chirurgia mini invasiva

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Nel Lazio più di 100.000 persone soffrono di glaucoma e una su due non lo sa. Diagnosi precoce e nuove tecniche chirurgiche mini invasive possono salvare la vista migliorando la qualità di vita dei pazienti.

 

Roma, Febbraio 2021 – Il glaucoma, nemico silenzioso della vista, è una malattia neurodegenerativa che colpisce più di 1 milione 200 mila persone in Italia di cui circa 120.000 nel Lazio. È una patologia caratterizzata principalmente da un aumento della pressione intraoculare che, a lungo andare, danneggia il nervo ottico, limitando il campo visivo dalla periferia verso il centro. I principali campanelli d’allarme del glaucoma sono piuttosto evidenti, si comincia per esempio ad inciampare, a sbattere frequentemente contro gli angoli o ad accorgersi in ritardo della presenza di un ostacolo quando si cammina o si guida.

“Il 50% dei pazienti non sa di avere il glaucoma perché si arriva tardi alla diagnosi e il 20% è esposto al rischio concreto di perdere la vista. È una patologia degenerativa che generalmente coinvolge entrambi gli occhi determinando danni permanenti al nervo ottico, che nel tempo possono portare a ipovisione e cecità – spiega il Prof. Giorgio Ghirelli, Responsabile del Centro Glaucoma UOC di Oculistica dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma. A partire dai 40 anni e, in caso di familiarità anche prima, è buona norma sottoporsi regolarmente a controlli oculistici, che includano la misurazione della pressione intraoculare così da poter scoprire la malattia nelle fasi iniziali quando ancora non presenta sintomi evidenti.”

Diagnosi precoce con uno screening mirato per identificare precocemente le categorie a rischio partendo da test di base fino ad esami tecnologicamente innovativi e trattamenti efficaci possono salvare la vista e preservare la qualità di vita nella maggior parte delle persone con glaucoma.

“La pandemia, sia nella prima che nella seconda ondata, ha inciso fortemente sui percorsi oculistici di diagnosi e cura delle persone affette da glaucoma, registrando un calo del numero di interventi effettuati in questo ultimo anno. Nonostante un’iniziale battuta d’arresto, le evidenti difficoltà legate al periodo storico che stiamo vivendo non hanno però fermato completamente la nostra attività – dichiara Giorgio Ghirelli – Presso il nostro centro, a cui afferiscono pazienti da tutta la regione e non solo da Roma e provincia, cerchiamo sempre di gestire al meglio il percorso di cura del paziente affetto da glaucoma, valutando tutte le opzioni disponibili, sia mediche che chirurgiche. Di recente abbiamo introdotto nuove tecniche chirurgiche mini invasive che permettono di ridurre la pressione intraoculare, quando le gocce non sono più sufficienti. Si tratta di una procedura che non richiede punti di sutura, con una gestione del post operatorio più semplice rispetto alla chirurgia tradizionale e un recupero della vista più rapido”.

Questa nuova tecnica chirurgica è molto rapida e si sta sempre più affermando grazie alla sua efficacia e sicurezza e alla sua minima invasività.

“Si tratta di una chirurgia mini invasiva che ha come ideale un paziente che non riesce più ad avere una pressione oculare compensata con la terapia medica perché i colliri non sono più sufficienti oppure ha difficoltà ad instillare giornalmente le gocce – dichiara Giorgio Ghirelli – Questo nuovo dispositivo permette d’intervenire anche in anestesia topica, non richiede ricovero ospedaliero e riduce il decorso post operatorio. I risultati finora sono molto buoni e i pazienti sono soddisfatti”. Poter contare su nuove tecnologie per la gestione del glaucoma è molto importante per medici e pazienti.