Romanzo Italiano, parla la curatrice della mostra Giusy Tigano

- Pubblicità -

A dieci giorni dall’inaugurazione della mostra “Romanzo italiano” con le opere fotografiche di Franco Carlisi e Francesco Cito, in svolgimento fino al 29 ottobre allo Spazio Field di Palazzo Brancaccio a Roma, la curatrice Giusy Tigano racconta come è nata l’idea della mostra in collaborazione con SMI Technologies & Consulting Srl, illustra le poetiche dei due autori, i loro “segreti” e le loro peculiarità.

Le foto di Franco Carlisi e Francesco Cito sul tema del matrimonio stanno riscuotendo un grande successo di pubblico. Come nasce l’idea della mostra mettendo insieme per la prima volta i lavori dei due autori?

L’idea di questo progetto espositivo nasce da lontano. Franco Carlisi e Francesco Cito fanno parte dell’Agenzia fotografica di Milano “GT Art Photo Agency”, che ho fondato e dirigo da oltre dieci anni e che si occupa di promuovere la fotografia d’autore. Da diverso tempo desideravo mettere insieme i loro due progetti, “Il valzer di un giorno” di Carlisi e “Matrimoni napoletani” di Cito, innanzitutto perché, sebbene con linguaggi e poetiche ovviamente differenti, affrontano entrambi il tema del matrimonio al sud Italia: Carlisi puntando l’obbiettivo sulla Sicilia, Cito su Napoli. Secondariamente perché trovo in queste due differenti letture una comune capacità di interpretare il tessuto sociale e culturale di riferimento e di restituire attraverso il mezzo fotografico un caleidoscopio di emozioni, di richiami e di possibili messaggi attraverso un linguaggio originale e completamente fuori dagli schemi. Due progetti che hanno ottenuto importantissimi riconoscimenti, ma che fino ad oggi sono stati presentati sempre separatamente. E’ il momento di portarli alla luce insieme e di lasciarli dialogare per favorire parallelismi interessanti, risonanze poetiche, riflessioni nuove e inediti passaggi emozionali.

Quali sono le caratteristiche artistiche che differenziano le opere fotografiche di Carlisi da quelle di Cito?

Sono due ricerche differenti, che nascono in due contesti molto particolari accomunati dal punto di vista culturale da una particolare considerazione del rito del matrimonio: momento significativo per la coppia ma anche per le rispettive famiglie e per la comunità sociale più prossima alle stesse.

Le fotografie di Carlisi disvelano principalmente l’infinita gamma di emozioni che investono gli sposi e le loro famiglie in questo giorno speciale. Sono immagini particolarmente suggestive, ricche di enfasi nei loro vividi contrasti, dense di pathos e di sentimenti forti. Sono come piccole finestre spalancate sull’anima, generose di dettagli, di evocazioni, di sollecitazioni simboliche e di rivelazioni.

Le fotografie di Cito descrivono il contesto scenografico e di rappresentazione di sé tipico di una società da sempre legata alla necessità e al bisogno di ostentare, fedele a un particolare gusto esibizionistico e a un amore innato per la teatralità. Così che il matrimonio possa davvero proporsi come un “evento” il più possibile fuori dall’ordinario. L’autore descrive con sguardo disincantato e curioso il “fuori le quinte” di queste messe in scena e di questa visione partecipata del matrimonio “indimenticabile”.

Due poetiche diverse per un tema comune, perché il matrimonio al Sud Italia è sempre un giorno particolarmente sentito e i due fotografi ce lo raccontano uscendo completamente dagli stereotipi di genere e offrendone una visione inedita e in controtendenza.

Cosa si deve aspettare il pubblico da questa mostra?

“Romanzo italiano” è la combinazione di due visioni diverse su un tema comune che si integrano e si richiamano, due capitoli distinti ma complementari di uno stesso romanzo votato all’ “italianità”: una sfida ma anche una grandissima opportunità, perché mettere insieme due artisti che hanno affrontato lo stesso argomento con un’intenzione e una sensibilità propria riesce a generare un dialogo interno alla mostra che arricchisce l’esperienza del visitatore attraverso una molteplicità di sguardi, di interpretazioni e di visione.

Le 120 le fotografie esposte, nel loro susseguirsi incalzante e coinvolgente, raccontano uno spaccato della società del nostro Sud infrangendo i confini delle rispettive geografie e raggiungendo uno spazio di lettura più ampio, dove i temi dell’unione di coppia e quello della famiglia hanno valenza universale. Lo sguardo è quello di due fotografi d’eccezione, capaci di una particolare magia creativa e trasformativa nel catturare del “grande passo” i tanti e diversi significati e le più delicate sfumature simboliche, che ci introducono nel loro luogo di indagine. Ma l’esito del percorso espositivo è quello di un’immersione totale in altri mondi – fatti di memoria, di richiami, di storie e di sentimento – che in realtà ci ricollegano al nostro, attraverso una rete infinita di possibili collegamenti con le nostre istanze emotive più intime e con la nostra propria storia personale e familiare.

Chi verrà a visitare la mostra rimarrà entusiasta, sia per la capacità dei due autori di fermare e rendere palpabile e autentico un momento così “familiare” nella storia di tutti, sia per l’allestimento della mostra, che è stato pensato per coinvolgere il visitatore in un percorso unico e irripetibile.

Come si sviluppa la mostra?

La mostra fotografica si svolge nello Spazio Field di Palazzo Brancaccio e si sviluppa attraverso 3 splendide sale espositive, cui se ne aggiunge una quarta dedicata agli approfondimenti e alla proiezione video. Le 120 fotografie in bianco e nero, di misure diverse e proposte su supporti differenti, sono collocate in parete e in altri spazi espositivi ricavati all’interno delle sale in funzione di un’installazione artistica pensata ad arte. Curata dallo studio di Architettura luoghiCOMUNI e ideata concettualmente insieme ai curatori, l’installazione si propone in modo silenzioso e acromatico stimolando un continuo rimando tra le opere fotografiche e la storia personale di chi visita la mostra. Esaltando l’intensità evocativa delle immagini, ne rafforza la potenza comunicativa in modo suggestivo rimanendo tuttavia molto discreta e tenendo sempre al centro dell’attenzione la fotografia d’autore e l’estro poetico dei due fotografi.