Primo maggio, Vicinanza (Cisal): “Con Covid e morti bianche c’è poco da festeggiare”

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“Quello di quest’anno non sarà un primo maggio da festeggiare per molteplici ragioni. Tra questi spicca sicuramente il momento legato all’emergenza Covid, che ha messo in ginocchio la nostra economia. Poi, non vanno dimenticati le morti sul lavoro registrate dall’inizio dell’anno. Nonostante le tavole rotonde organizzate da prefetto e sindacati confederali, infatti, si continua a morire nell’indifferenza generale”.

Così Gigi Vicinanza, componente nazionale della Cisal Metalmeccanici, commenta l’attuale momento occupazionale in provincia a poche ore dalla celebrazione della festa dei lavoratori. “Non c’è nulla da festeggiare. Chi ha conservato il lavoro viene costretto a turni massacranti, anche in smart working, e chi l’ha perso non riesce più reinserirsi nel ciclo produttivo. Ecco, perché a mio avviso non c’è da far festa. Anzi, bisogna capire, al netto della pandemia, cosa possiamo fare come organizzazioni dei lavoratori per evitare questo scenario apocalittico. In strada c’è disperazione. E non si potrà festeggiare il primo maggio fino a quando le condizioni saranno queste”.

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