Si è svolta venerdì 31, nella suggestiva cornice della Casa dell’Aviatore di Roma, la presentazione del volume “Ne uccideva più la penna che la spada”, firmato da Faletti e Lembo.
L’evento, che ha suscitato grande interesse e partecipazione, è stato organizzato dal Rotary Club Roma Tevere, protagonista di una serata dedicata alla riflessione sul ruolo del giornalismo e della parola pubblica nella società contemporanea.
Al centro dell’incontro, il libro – già dal titolo evocativo – pone l’accento sulla tradizione italiana del giornalismo come “coscienza critica” della democrazia. L’opera si inserisce nel solco dei lavori che interrogano il potere della parola, intesa non soltanto come strumento di cronaca, ma come esercizio di responsabilità intellettuale, capace di leggere e interpretare i mutamenti sociali e culturali.
Come sottolineato dagli autori durante la serata, la penna diventa simbolo di resistenza civile: quando le istituzioni faticano e il dibattito pubblico rischia di appiattirsi in slogan, la qualità dell’argomentare – fondata su metodo, verifica e rigore delle fonti – rappresenta il vero argine alla deriva del discorso pubblico.
In questa prospettiva, “Ne uccideva più la penna che la spada” non è un semplice pamphlet, ma un vero laboratorio di metodo che invita a distinguere fatti da narrazioni, a riconoscere i meccanismi retorici e a riscoprire il valore del limite come garanzia di credibilità e libertà.
La serata, introdotta e curata dal Rotary Club Roma Tevere, ha rappresentato non solo un momento culturale di alto livello, ma anche un’occasione di confronto sui temi della verità, dell’etica e della responsabilità nella comunicazione.
Un incontro che ha confermato, ancora una volta, il ruolo del Rotary come promotore di cultura e impegno civile, capace di offrire spazi di riflessione e dialogo in un tempo che ne ha sempre più bisogno.
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