Autodemolitori, i sindaci dei Castelli contro Gualtieri: Non saremo la pattumiera di Roma

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Il documento per il sindaco della capitale e richiesta incontro.

Una chat per fare rete tra i sindaci dei Castelli Romani. Una richiesta urgente di incontro al sindaco di Roma e l’invio di un documento per tutelare il territorio, la salute dei cittadini e fermare la delocalizzazione degli automodemolitori nella zona della Barbuta, prossima alla cittadina di Ciampino e all’aeroporto. In fila nell’aula consiliare del comune di Ciampino siedono proprio loro, i primi cittadini dei Castelli, con la fascia tricolore. Al loro fianco i consiglieri regionali del Lazio, i deputati e tutti i rappresentanti delle istituzioni che la sindaca di Ciampino, Emanuela Colella, ha chiamato a partecipare al Consiglio straordinario ‘aperto’ in cui i cittadini attraverso associazioni e Comitati hanno preso la parola per ricordare “l’incubo di roghi”, il “deterioramento del paesaggio”, ma anche “l’inquinamento acustico che piomberebbe sulla città dopo anni già di campo nomadi e rifiuti bruciati”.
Una pagina di condivisione dell’azione politica che suona come ‘uno schiaffo in faccia’ – così è emerso dai vari interventi che hanno definito Gualtieri “arrogante” o come ha detto la stessa sindaca Colella che ha parlato di “scelte calate dall alto e mai condivise” – al metodo perseguito dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che le sue scelte sugli autodemolitori “non le ha mai presentate agli amministratori locali in incontri formali” ed è andato avanti “anche con uno studio delle possibili deroghe ai vincoli paesaggistici dell’area con tanto di nota in cui l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi ancora oggi definisce la Barbuta zona adeguata”.
Tra i deputati Roberto Morassut (Pd) ha voluto ricordare la situazione grave degli autodemolitori su “via Togliatti: vecchi accatastamenti di ferraglia, attività illegali e roghi. Questa delocalizzazione è considerata da voi una scelta ingiusta, e lo capisco- ha precisato- ma capisco anche le pressioni”. Pino Bicchielli, deputato di Italia al centro e cittadino di Ciampino, ha ricordato come questo “non debba essere un tema ideologico”. Un richiamo all’unità trasversale che non sfugge al consigliere regionale Luciano Nobili di Azione che ha puntato il dito sul fatto che “nel medesimo colore politico non ci sia interlocuzione”. Ciampino è tornata al Pd nelle ultime elezioni dopo un biennio di destra.
E’ stata la dirigente urbanistica della Regione Lazio, Maria Luisa Salvadori, a ricordare la competenza di Roma Capitale sulla materia, ma anche il dato “della mancata conformità dell’area individuata, tanto da chiedere una deroga ai vincoli paesaggistici che per la legge della Regione Lazio del 1998 puo’ essere consentita solo per beni culturali, opere pubbliche o di interesse pubblico”. E’ qui che si apre un fronte di confronto e di battaglia che sindaci dei Castelli e cittadini annunciando durissima. I sindaci infatti, da Fausto Giuliani di Colonna, alla sindaca di Frascati Francesca Sbardella, hanno parlato di “missione comune”: difendere il territorio dei Castelli e tutelare la salute dei cittadini. “Non possiamo continuare a essere la pattumiera della Capitale- ha detto il sindaco di Marino Stefano Cecchi- prima la discarica ad Albano, il termovalorizzatore a Santa Palomba, chiediamo un incontro e la stesura di un documento comune”. E i rottamatori trasferiti qui “troverebbero barricate, sarà una lotta tra poveri”, ha concluso il sindaco.
Le associazioni in una ricca carrellata hanno sottolineato i rischi di salute. Cives, gruppo nato proprio su questa cruciale questione, ha lanciato infine una provocazione: “Ma se il programma di Gualtieri andasse in porto sareste tutti disponibili a dimettervi?”.