Nasce a Firenze il primo centro clinico dove si pratica la boxe contro il morbo di Parkinson.

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Gesti lenti, puliti, sembra un gioco quello del pugile, un gancio a destra, un passo per tornare in guardia, schiva e ritorna stabile senza esitazione, un grido, un evviva, serve anche questo per le corde vocali, comandi secchi, cadenzati per la pratica che serve a coordinare gli arti e a migliorare la postura, le capacità di deambulazione e di respirazione…un vero gancio al Parkinson.

 

Al Centro Training Lab diretto dal Dr. Maurizio Bertoni, dal 2018 sono iniziati i corsi di pugilato senza contatto rivolto alle persone che soffrono di Parkinson, curati da pugili professionisti, come Dragan Lepei campione Italiano categoria Supermedi, che hanno seguito uno stage di preparazione per entrare nel team medico del Centro fiorentino, per poter insegnare la strategia innovativa che il Dottor Bertoni ha importato dagli States. Oggi, secondo il dottor Maurizio Bertoni, il pugilato può essere un deterrente per rallentare il decorso, altrimenti devastante, di quella malattia che colpì e fermò Cassius Clay.

La Boxe, ha affermato il famoso ortopedico, è uno degli sport più antichi del mondo è anche uno dei più completi, proprio perché praticando questa disciplina si sviluppano la coordinazione dei movimenti, soprattutto tra braccia e gambe e l’armonia muscolare. E’ pertanto disciplina utile per il miglioramento di certe qualità che spesso si perdono sia per l’età che appunto in occasione di malattie neuro degenerative e il pugilato senza contatto è la disciplina più soft e completa per combattere l’irrigidimento muscolare dovuto al Parkinson”.

 “Come riporta il recente studio dell’Università di Indianapolis, pubblicato su Physical Therapy, un allenamento di boxe di non contatto migliora la qualità di vita di pazienti affetti dal morbo di Parkinson anche di grado medio-grave. L’attività fisica di una certa intensità aiuta a rallentare la progressione della malattia” spiega  Bertoni.

La boxe, infatti, è uno dei più completi perché praticando questa disciplina si sviluppano la coordinazione dei movimenti, soprattutto tra braccia e gambe e l’armonia muscolare. “È una disciplina utile per il miglioramento di certe qualità che spesso si perdono sia per l’età che appunto in occasione di malattie neurodegenerative” precisa il direttore del Centro che è anche Presidente dell’Associazione “Un Gancio al Parkinson”.

a cura di Cristina Vannuzzi