Siamo entusiasti di avere con noi oggi Daniele Fortuzzi, un esperto riconosciuto nel settore dell’allevamento e del benessere equino.
Con una vasta esperienza alle spalle, Daniele ci illustrerà l’importanza di prendersi cura di questi splendidi animali e condividerà le migliori pratiche per assicurare il loro benessere.
Daniele, cosa ti ha spinto ad approfondire lo studio del benessere dei cavalli?
Il cavallo è stato sempre oggetto di studi ed approfondimenti da parte mia, forse perché in gioventù ero anche io un “cavallo pazzo”. Ho sempre approfondito studi genealogici sui purosangue inglese (leggevo libri del Varola) e studi di origine e derivazione delle razze definite oggi “moderne”.
Andavo a cercare razze autoctone quasi dimenticate come il San Fratello o il Tolfetano, Il cavallo è stato soprattutto nei secoli, l’animale che ha aiutato l’uomo nelle conquiste, per cui mi è sembrato normale ed assolutamente doveroso, amando questo animale, cercare di capire dagli studi come garantirgli il meritato benessere.
Il cavallo sportivo, molto sollecitato fisicamente e mentalmente per rendere al meglio nella sua attività deve essere assolutamente supportato nel suo “benessere”, per vederlo emergere, proprio come un qualunque atleta.
Il cavallo da beauty contest, che ha esigenze estetiche massime, ha bisogno di un supporto per migliorare l’eleganza nell’incedere e nella postura
Il cavallo da lavoro o da esibizione (parata) ha bisogno di una generale situazione di benessere per essere calmo, attento e propositivo agli ordini del cavaliere.
Quindi il cavallo per essere valorizzato e rendere al meglio in ogni sua attività deve essere supportato da una situazione di benessere generale: bisogna capirne le esigenze relative all’alimentazione, le esigenze relative agli spazi dove deve vivere, le esigenze affettive ed emotive alle quali deve corrispondere.
Quali sono, secondo te, gli elementi chiave per garantire il benessere di un cavallo?
Ovviamente il cavallo sportivo o atleta, che dir si voglia, è quello più sollecitato ed anche quello che ha, nel tempo, spinto gli operatori del settore a studi sempre più specifici per migliorarne le prestazioni. Il tutto parte dal corretto modo di allevare un cavallo supportato dalla alimentazione, che deve essere il più mirata possibile agli sforzi fisici che dovrà poi sostenere in allenamento.
Oggi si contano a centinaia le aziende di produzione di mangimi ed integratori. Quando queste aziende non esistevano ancora e i cavalli già da tempo memorabile facevano competizioni, avevano una alimentazione basata su fieno, avena (biada) e pastone caldo al giovedì a base di cereali e verdure.
Oggi è tutto molto più complesso ed articolato e lo studio della corretta alimentazione è la base per costruire un “campione”. Il capostipite dei veterinari che capì subito il valore nutrizionale per un cavallo atleta fu il Dr. Bassignana che mi insegnò molto in scuderia. La nutrizione è di fatto il punto di partenza del benessere del cavallo.
Ma non bisogna sottovalutare tutte quelle discipline para-veterinarie che oggi aiutano l’animale a rilassarsi: applicazioni di fisioterapia, agopuntura, recupero atletico nelle vasche, per citare alcuni esempi.
Inoltre gli spazi dove oggi vivono i cavalli devono essere adeguati. Non possono più esserci box sotto misura o prati incolti o aree, dove il cavallo permane, che siano solo dei quadrati con terra dura.
Bisogna pensare che un cavallo necessita di 1 ettaro e mezzo per stare bene (come da normativa europea), bisogna sapere che le ore in cui il cavallo “esce” e quindi lavora devono essere rispettate
Puoi condividere con noi un’esperienza significativa che hai vissuto nel tuo lavoro con i cavalli?
Le esperienze sono tante in oltre 40 anni di passione per i cavalli. Dal momento del primo “lavoro” (galoppo) visto nel centro di allenamento di Trenno insieme ai Sig.ri Mario e Gaetano Benetti (allenatori italiani di spessore internazionale), avevo 8 anni ed erano le 7.00 di mattina, al primo parto a cui ho assistito, fatto da un altro grande veterinario, il Dr. Meschia, alle visite negli allevamenti sul Lago Maggiore dove i cavalli galoppano liberi prima di essere indirizzati ai centri di allenamento.

Comunque devo dire che, l’emozione più grande l’ho avuta quando ho potuto ammirare tanti anni fa per la prima volta i cavalli predisposti per l’ippoterapia. Vedere come questi animali si proponevano ai ragazzi diversamente abili e come si facevano carico della loro parte emozionale è stato toccante.
Centri come l’A.N.I.R.E. e l’Associazione Amici di Vittorio Di Capua presso l’Ospedale Niguarda, fanno dei piccoli/grandi capolavori coi ragazzi e coi cavalli.
Quali sono le sfide più comuni che affronti nel settore del benessere dei cavalli?
La sfida più comune è quella contro l’ulcera per il cavallo atleta e quella contro lo spazio in cui un cavallo vive al chiuso, che molto spesso non è adeguato, il famoso box.
L’ulcera viene combattuta e curata tramite appunto l’alimentazione od il supporto veterinario.
Lo spazio inadeguato viene combattuto solo portando via il cavallo da dove viene tenuto per risistemarlo altrove in contesti più consoni, A parole è facile dirlo, ma l’attuazione di questa operazione è molto più complessa.
Come vedi il futuro del benessere dei cavalli e cosa speri di realizzare nel tuo percorso professionale?
Devo dire che negli ultimi anni è stato fatto un grande lavoro per migliorare qualunque tipo di supporto per questo splendido animale.
Per quanto concerne il cavallo atleta c’è stata la diminuzione consistente dell’uso della frusta con pene importanti per chi non si attiene al regolamento. La lotta contro il doping è diventata sempre più serrata grazie anche a studi ulteriori e più approfonditi.
La valorizzazione degli aspetti nutritivi ha raggiunto livelli di perfezione nelle somministrazioni quotidiane a seconda della attività e del peso forma del cavallo. L’Europa ha inserito degli items e dei protocolli da seguire molto interessanti.
Possiamo dire che la strada verso “un cavallo sempre più seguito nel suo benessere” è abbastanza tracciata e forse gli indicatori rivelano degli assets positivi. Certo che la “bestia nera” nel gestire l’animale ci sarà sempre, basta vedere le corse clandestine.
Ma ho fiducia nel fatto che l’uomo ha sempre più bisogno di contatto con la natura per il proprio benessere e quindi, come correlazione, per ottenere ciò deve per forza… far vivere l’animale che gli interessa nel benessere.
BIO Daniele
Tecnico e Consulente Online nel Settore Ippico. Da anni opero come consulente online nel comparto ippico-galoppo ed sono socio fondatore del portale web Galoppo e Charme.
La mia storia nel mondo dell’ippica ha avuto inizio con Gaetano e Mario Benetti, Luca Cumani ed Enrico Camici, allenatori italiani di purosangue inglese di fama internazionale.
Sono un profondo conoscitore delle opere di Varola e Luigi Gianoli, che trattano la storia ippica e la morfologia del purosangue. La mia passione per il “Sport dei Re” è nata nel 1967, dopo aver assistito alla vittoria di Ruysdael, montato da Giovanni Sala, al Derby di Capannelle.
Un sentito ringraziamento a Daniele Fortuzzi per aver condiviso con noi la sua esperienza e la sua passione per i cavalli. Speriamo che la sua visione possa ispirare molti altri a prendersi cura di questi magnifici animali nel modo migliore possibile.
Continuate a seguirci per ulteriori interviste e approfondimenti su temi di grande interesse.
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