Eataly Roma avvia una collaborazione con il Municipio VIII per favorire lo sviluppo di zone verdi

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Il 20 maggio, in occasione della Giornata mondiale delle api, Bee the Future, il progetto nato nel 2018 per tutelare gli insetti impollinatori, si arricchisce di una nuova iniziativa. Dopo aver riforestato oltre 100 ettari agricoli con fiori amici delle api, riparte questa volta dalle città. In questa giornata, il 10% del valore della spesa effettuata dai clienti di Eataly nei negozi in Italia e online verrà devoluto a iniziative di riforestazione urbana. Il progetto diventa quindi un’occasione per creare una rete fra le diverse realtà cittadine che potranno beneficiare dei nuovi semi biologici selezionati da Eataly in collaborazione con Arcoiris e con la Fondazione Slow Food, con l’obiettivo di donarne almeno 10 milioni in tre anni.

Ognuno, del resto, può fare la sua parte e sostenere la mission di Bee the Future in ambito urbano. In tutti gli Eataly e online su eataly.it, infatti, sono acquistabili le bustine di semi Bee the Future che si possono piantare sul propriobalcone o terrazzo, come ad esempio girasole, calendula, lavatera e miscuglio di millefiori. Inoltre, acquistandoli da Eataly a Roma, Milano, Torino e Genova, il 20 maggio sarà possibile ricevere in omaggio uno speciale vaso in edizione limitata per piantarli subito. 

Eataly Roma accoglie il rilancio di Bee The Future realizzando delle iniziative sul territorio per migliorare l’ecosistema delle api. Tra le prime attività in programma, la collaborazione con il Municipio VIII di Roma. Da sempre Eataly Roma ha avuto uno stretto legame con il quartiere e per questo ha deciso di adottare alcune delle aree green limitrofe al punto vendita. Un’azione concreta per favorire la presenza di fiori amati dagli insetti impollinatori all’interno di questa zona capitolina.

LE CITTÀ: UN LUOGO DA CUI RIPARTIRE 
Le città, che ad una prima analisi presentano una concentrazione di condizioni sfavorevoli per la sopravvivenza degli impollinatori, si rivelano in realtà come un habitat di soccorso, specie se circondate da aree rurali caratterizzate da una agricoltura intensiva. Gli spazi urbani con prati, giardini, sponde di fiumi e aree incolte forniscono scorte alimentari e luoghi adatti alla nidificazione delle api. Favorire la loro presenza, individuando spazi destinabili alla semina di varietà nettarifere, rappresenta un’attività simbolica, ma di alto valore naturalistico e di coinvolgimento dei cittadini attraverso un gesto concreto, visibile e replicabile.

La realizzazione di spazi urbani destinati agli impollinatori presuppone una gestione del verde pubblico che prescinde dalle sole finalità estetiche e che prevede anche una vera e propria rigenerazione ambientale. I giardini urbani possono essere concepiti unendo agli elementi classici dell’architettura urbana un valore di conservazione della natura.

In questo senso Bee the Future diventa uno strumento utile per far partire un nuovo movimento di Città e Cittadini Resistenti, fratelli di quegli Agricoltori Resistenti che per primi, nel 2018, hanno abbracciato il progetto seminando il miscuglio nei loro terreni e donando sano nutrimento e ristoro agli impollinatori.

Attraverso il rilancio del progetto Bee the Future, il verde urbano arricchito con le piante amiche delle api potrà creare delle oasi di rispetto nelle nostre città e tutelare un insetto tanto essenziale per la vita sulla terra.

BEE THE FUTURE
Nel 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di designare il 20 maggio Giornata mondiale delle api. Nello stesso anno Eataly, Slow Food, l’azienda sementiera Arcoiris e l’Università di Palermo hanno stretto un’alleanza per creare Bee the Future, un progetto agricolo a favore delle api. Risale al 2018 il primo lancio di Bee the Future che, in meno di tre anni, attraverso gli Agricoltori Resistenti, una rete di oltre 50 produttori e agricoltori virtuosi, ha riforestato oltre 100 ettari agricoli in cinque delle principali aree italiane destinate all’agricoltura intensiva dove, a causa di metodi di coltivazione basati sull’alto rendimento dei terreni, la biodiversità e le colonie di api stanno particolarmente soffrendo.
L’emergenza non è finita e non si può trascurare l’allarme rispetto alla moria di questi preziosi insetti. Si calcola che l’87,5% delle piante spontanee a livello globale (circa 308.000 specie) dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la fecondazione. Mentre la produzione di oltre tre quarti dei principali tipi di colture alimentari a livello mondiale beneficiano dell’impollinazione degli insetti (fonte FAO).