“Insieme si può”

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Insieme si può” è il titolo della serata jazz che l’A.M.I.P. (Associazione Malati di Ipertensione Polmonare) e e Ass. Èarrivatogodot hanno organizzato per l’annuale World Pulmonary Hypertension Day che si svolgerà il 4 maggio presso il Teatro Ghione di Roma (inizio ore 21:30 ingresso al botteghino 15 euro).

A maggio 2021, presso l’Ospedale Monaldi di Napoli, si è svolta la prima tavola rotonda nazionale sulla cura e prevenzione dell’Ipertensione Polmonare e a ottobre scorso si è tenuto a Roma il National Congress Italian Pulmonary Hypertension Network mentre per il 2022 saranno le frequenze del sound jazz a divulgare le informazioni atte ad una corretta prevenzione per arginare la malattia.

Non è nuovo il sodalizio tra il mondo del jazz e l’associazione A.m.i.p. infatti risale alla pubblicazione della compilation, in triplo Cd, intitolata “Seat Aside” in cui sono raccolti 30 brani interpretati da ben 111 illustrissimi musicisti che gravitano, o che hanno rapporti stretti, col mondo  del jazz nazionale, tra questi: Antonio Onorato, Elisabetta Serio con Sarah Jane Morris, Fabrizio Bosso, Matteo Saggese con gli inglesi Joe Cang e Danny Cummings, Alfonso Deidda, Marco Zurzolo, Armanda Deisidery, Julian O.Mazzariello, Giovanni Falzone e Carla Marciano.
L’iniziativa discografica, come quella dell’evento live, è curata da Tina Lodato dell’AMIP, è prettamente solidale e consiste nell’incentivare la raccolta dei fondi necessari a supportare la cura dei malati e continuare gli studi di ricerca che, per fortuna, negli ultimi anni hanno dato risultati incoraggianti specie nei processi di prevenzione.
[Ascolta e guarda il trailer – info per l’acquisto mailto: amip.onlus@yahoo.it]

Quindi lo stretto rapporto tra il mondo jazz e l’A.M.I.P. per il prossimo appuntamento mondiale si concretizza in un concerto in presenza che vedrà insieme musicisti con un bagaglio artistico di rilievo internazionale, inimitabile e ricco di collaborazioni. 
I musicisti in programma sono anche presenti nel triplo CD “Set Aside” che AMIP ha prodotto e distribuito per parlare di questa patologia così rara e invalidante.

Tra i protagonisti della serata del 4 maggio presso il teatro Ghione di Roma troviamo il maestro Leo Aniceto, pianista e compositore protagonista, sin dagli anni 80, nel circuito jazz salernitano, che sarà accompagnato da Alfonso Deidda al sax (polistrumentista, compositore e arrangiatore che con i fratelli Sandro e Dario sono considerati tra le migliori realtà del panorama jazzistico italiano). Al contrabasso ci sarà Marco de Tilla (sideman in una cinquantina di album pubblicati e cinque da leader già al fianco dei più acclamati musicisti campani e di nomi internazionali tra cui Sarah Jane Morris, Paolo Fresu, Javier Girotto, Adam Rudolph, Emanuele Cisi, Cicci Santucci e tanti altri); e alla batteria Lorenzo Tucci collaboratore di artisti del calibro di Kurt Rosenwinkle, Phil Woods, Tony Scott, Ronnie Cuber, George Garzone, Mark Turner, Tim Warfield, Emmanuel Bex, Kirk Lightsey, George Cables, Joanne Brakeen,Fabrizio Bosso, Massimo Urbani, Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Flavio Boltro, Giovanni Tommaso, Mario Biondi, Daniele Scannapieco, Maurizio Giammarco, Stefano Di Battista, Dado Moroni, Rosario Giuliani, Luca Mannutza, Dario Deidda, Salvatore Bonafede, Karima, Max Ionata, Ada Montellanico, Nicola Conte).
A completare il sestetto troviamo il prodigioso trombettista Giovanni Amato (cincitore assoluto dell’Italian Jazz Awards 2009 (best act) e’ oggi considerato dalla critica del settore uno dei migliori trombettisti a livello europeo) e la special guest Jerry Popolo tra i più richiesti sassofonisti del panorama musicale italiano e famoso sia nel jazz che nella musica pop.

Presenti sul palco anche Walter Ricci, talentuoso e camaleontico cantante jazz napoletano che collabora con Mario Biondi, Stefan Di Battista e Daniele Scannapieco, Jean-Pierre Como, Antonio Capasso, Elio Coppola, Fabrizio Bosso, Dedè Ceccarelli.
Il sassofonista Marco Zurzolo, compositore, direttore e arrangiatore di fama nazionale che ha collaborato tra gli altri con Archie Shepp, Chet Baker, Gil Goldstein, Omar Sosa, Joe Lovano, Arto Lidsay, Roul de Sousa, Billy Preston, Richard Galliano, Stefano Bollani, Solomon Burke, Van Morrison, Don Moye and Art Ensemble of Chicago, Enrico Pierannunzi.
E infine il chitarrista jazz rock Carlo Fimiani noto per suonato al fianco di Gino Paoli, Mango, Carl Anderson e molti altri.

 

Prenderanno la parola per spiegare i risultati ottenuti nell’ultimo anno di ricerca, e per diffondere informazioni utili alla prevenzione, il Dott. Michele D’Alto responsabile del reparto ipertensione polmonare dell’Ospedale Monaldi Napoli e il Dott. Francesco Parisi già primario e trapiantologo dell’ospedale bambino Gesù di Roma, il Prof. Roberto Badagliacca e la Dott.ssa Silvia Papa dell’ospedale Umberto I di Roma.

                                          Cos’è l’Ipertensione polmonare

L’Ipertensione Polmonare è una malattia rara caratterizzata da un restringimento delle arteriole polmonari che provoca scompenso cardiaco. Si stima che in Europa vi siano circa 25.000 pazienti ed in Italia circa 3.000 che in piena pandemia da Covid-19 hanno rischiato, e tutt’oggi rischiano, gravi conseguenze se contagiati. 
I pazienti con ipertensione arteriosa polmonare sono a tutti gli effetti pazienti fragili che vanno tutelati attraverso una vaccinazione capillare e tempestiva ed anche con assistenza erogata in sicurezza con l’uso di strategie comunicative di telemedicina. Per i pazienti più gravi, tuttavia, è garantito sempre l’accesso agli Ospedali.
L’I.P. è una patologia che spesso il paziente ignora di avere e colpisce più le donne che gli uomini (oltre il 70% donne); è più frequente tra i 20 e i 60 anni ma interessa anche le fasce estreme di età (tra i pazienti vi sono anche bambini e anziani).
I sintomi sono poco specifici e comuni a molte malattie cardiologiche e pneumologiche:
astenia (stanchezza), dispnea (affanno), sensazione di fiato corto, facile affaticabilità.
La sopravvivenza dei pazienti con Ipertensione Polmonare e la loro qualità di vita è nettamente migliorata nel corso degli anni grazie a una serie di fattori: una maggiore conoscenza della malattia, incremento dell’esperienza dei centri, ricerca scientifica, nuovi farmaci e strategie terapeutiche più aggressive ed efficaci. Questo lavoro sinergico ha determinato ottimi risultati.
In genere, non si guarisce completamente dall’ipertensione arteriosa polmonare, se non in rari casi di pazienti “super-responders” alle terapie. Tuttavia, si ottiene un netto miglioramento dello stato clinico, si rallenta o si arresta la progressione della malattia e il paziente ritorna alle sue comuni attività.
E’ fondamentale diagnosticare tempestivamente la patologia attraverso la conoscenza, e i sintomi che causa, ma soprattutto attraverso la creazione di una rete tra centri più esperti e centri meno esperti, in questo modo e possibile giungere a una diagnosi precoce ottenendo buoni risultati. 

 

Per maggiori informazioni sulla malattia vi invitiamo a consultare il sito www.assoamip.net