Gualtieri sindaco di Roma? I mini-sindaci di sinistra: “Servono le primarie, anche con Calenda e dissidenti 5 stelle”

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“Ok a Roberto Gualtieri, candidato di alto profilo, ma partecipi a delle primarie a giugno/luglio che siano il più aperte possibile”. Sembrano parlare con una voce Giovanni Caudo e Amedeo Ciaccheri, presidenti di centro-sinistra in due municipi di Roma (III e VIII). Entrambi, già dalla scorsa estate, avevano dato la loro disponibilità a candidarsi per diventare sindaco della Capitale, sfidando l’uscente Virginia Raggi. Oggi, seppure con sfumature diverse, dicono a La Gazzetta di Roma di essere ancora in campo e spingono il Pd romano ad evitare altre polemiche e ad organizzare rapidamente i famosi gazebo per l’estate, quando ragionevolmente i contagi diminuiranno e la disponibilità di vaccini sarà cospicua.

IL CAOS NEL CENTROSINISTRA ROMANO

“Gualtieri è una risorsa del campo progressista, ma non è l’unica- sostiene Ciaccheri – In queste ore sta uscendo fuori un quadro caotico che merita un principio d’ordine, per garantire l’autorevolezza della futura coalizione. Nei prossimi giorni tra Pd e le varie forze in campo bisogna definire regole e tempi delle primarie, così da avere una data precisa e una coalizione coesa”.

Il presunto via libera dell’ex ministro dell’Economia, filtrato due giorni fa da fonti interne del Pd capitolino, ha procurato più di uno scossone. Il neo-segretario Enrico Letta, infastidito dalla fuga di notizie ancor prima di aver incontrato Gualtieri, è stato costretto a frenare. Il tutto tra la paura di alcuni che una candidatura così forte significasse lo stop alle primarie e il sospetto di altri che dietro ci fosse il tentativo di bruciare i tempi per evitare che Letta potesse convincere Nicola Zingaretti a scendere in campo. Supposizioni, ansie, tensioni tra correnti. E poi un fatto certo. Il leader di Azione Carlo Calenda, che si è candidato in autunno a futuro sindaco e chiedeva l’appoggio al centro-sinistra, non ha usato mezzi termini. “Mi pare evidente che la scelta del Pd sia di rompere, ci confronteremo alle elezioni” ha tuonato, per poi ammorbidire la posizione e dire che sarebbe pronto a un ticket assieme a un democratico, ma senza diventare suo vice. Ieri Letta ha incontrato Gualtieri e ne è emersa una “grande sintonia”, con il secondo che si riserva ancora del tempo per ponderare la decisione e il primo che prende tempo in attesa della data delle prossime elezioni romane.

“OK A CALENDA E AI GRILLINI CHE CI STANNO”

“Penso che Calenda debba stare dentro le primarie – spiega Ciaccheri – fino ad oggi ha partecipato al tavolo della coalizione e nel processo per i gazebo si scioglierà qualsiasi dubbio su qual è il campo di forze dell’area progressista. Io mi confronterò con il mio movimento, Liberare Roma, per decidere se partecipare alla selezione del candidato sindaco. Ma come sigla ci saremo”.

“Anche io ci sono – ci assicura Caudo- ed escludo che Zingaretti sia nella partita: lui stesso ha detto di no e non capisco per quale alchimia debba dimettersi dalla presidenza della Regione per approdare al Campidoglio”. Quanto ad una eventuale partecipazione del Movimento 5 stelle all’alleanza, il presidente del III municipio chiarisce: “Tra di loro ci sono state prese di distanza rispetto a come la sindaca Raggi si è ricandidata: si tratta di persone rispettabili che sono cresciute negli anni. Io spero che questi siano parte del campo largo progressista, magari come lista civica. D’altronde nei municipi diversi grillini si sono staccati mettendo in piedi esperienze simili”.

PRIORITA’: IL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO

Alle possibili primarie entrambi i mini-sindaci vogliono portare un progetto di rilancio economico e sociale della città, che dicono “in crisi già prima del Covid”, partendo dal prossimo Giubileo e dai soldi del Recovery Fund. Poi chiedono altri cambiamenti radicali, come il decentramento amministrativo. “Io governo un municipio di 220 mila abitanti, come una media città italiana, e anche per modificare la destinazione di una scuola devo avere il parere del Campidoglio. Servono più risorse e più poteri, non questo barocchismo inutile di competenze, con la sorta di accentramento degli ultimi anni, che è dannoso per la città”. “La coalizione – gli fa eco Ciaccheri – elabori una proposta unica per riorganizzare del tutto i poteri di Roma Capitale e in questo quadro la trasformazione degli attuali municipi in comuni urbani sarebbe la logica conseguenza. Senza quello che oggi è un decentramento solo sulla carta”.

Giacomo Andreoli