Covid, Miozzo: “La pandemia è il cigno nero, siamo arrivati impreparati”

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Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico spiega gli aspetti più critici dell’emergenza: dalla comunicazione passata attraverso i social fino alle informazioni centrali sulla campagna vaccinale

“Questa per noi è stata l’emergenza perfetta, quella che gli anglosassoni chiamano ‘the black swan’, ovvero il cigno nero. Di pandemie parliamo da decenni ma ci siamo arrivati impreparati, colpendo in settori che non erano pronti ad affrontare una situazione emergenziale, che soffrivano di mancanze strutturali, anche nella sanità. La comunicazione è stata uno degli aspetti più critici di questa emergenza: è la prima volta nella storia delle grandi emergenze che la comunicazione è stata dettata dai social media. L’opinione pubblica è stata orientata totalmente dai social media: sia la questione delle fake news sia per le difficoltà della comunicazione istituzionale, non c’è stato modo di sottrarsi alla centralità dei social network”. Lo ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, nel corso della conferenza online ‘Gestione della pandemia e campagna vaccinale contro il Covid 19’, organizzata da Cgil e Collettiva.

“La movida che abbiamo visto in queste ultime ore ci dice ancora una volta che quei ragazzi e non solo giovanissimi ricevono un’informazione da canali diversi rispetto a quelli in cui tutti ci stiamo sforzando di illustrare rischi e cautele per non sprofondare in una nuova ondata – ha continuato Miozzo -. Ebbene queste persone hanno sottovalutato il rischio, come se non lo avessero appreso, poiché magari raccolgono informazioni da Instagram e Facebook. Certamente manca la prima fonte di conoscenza e condivisione delle informazioni che è la scuola, come anche l’Università: ci sono matricole che hanno mollato così come studenti, in alcune parti d’Italia, che non hanno mai fatto un giorno di scuola. Le immagini di sabato scorso ci devono comunque far preoccupare, non siamo fuori dalla pandemia, ma completamente dentro. La velocità di diffusione sulle varianti ci fa, inoltre, preoccupare”.

“NON CI SONO INDICAZIONI UNIVOCHE SULLA SECONDA FASE DI VACCINAZIONE”

Per quanto riguarda i vaccini, Miozzo ha spiegato che “io come anche il Cts non abbiamo avuto accesso alle informazioni legate agli accordi e ai contratti sui vaccini, che il nostro Paese ha assunto in un contesto europeo; co-finanziando le ricerche sul vaccino. In questo periodo, aggiungo, abbiamo avuto la possibilità di centralizzare la somministrazione del vaccino negli ospedali, anche perché era centrale mantenere la catena del freddo per il farmaco di Pfizer nello specifico; godendo quindi di un certo vantaggio e di una possibilità di controllo e localizzazione sufficientemente protetta.

Nonostante questo abbiamo visti i furbetti del vaccino e mi domando cosa può succedere, anzi mi preoccupa molto cosa può succedere nei prossimi mesi quando non avremo la stessa capacità di centralizzare la vaccinazione come fatto nella prima fase. Oggi molte Regioni vaccineranno gli over 80, parliamo di 4 milioni di persone: ci sono impostazioni su questa fase lasciate alle Regioni ma anche qui non ho visto un’indicazione univoca per tutte su come raggiungere il paziente o come consentirgli di prenotarlo: se non hai il computer come fai ad iscriverti al portale per prenotare il vaccino? Sono per ora piccoli problemi ma che diventeranno grandi problemi se non verranno risolti fin dall’inizio”. In merito alla contestazione mossa dal presidente dell’Anci Antonio De Caro al coordinatore del Cts, Miozzo ha risposto che “e’ è stato un accorato appello, il mio, ai Comuni di far fronte alla movida e alle folle, non un atto d’accusa ai territori e alle amministrazioni locali. Però lo abbiamo già vissuto con l’estate: se non prendiamo provvedimenti, noi questa campagna vaccinale rischiamo di non riuscire a farla come dovremmo”

fonte Agenzia Dire.it