ROMA. TAGLIAVANTI: ABBANDONATA DALLO STATO, CITTÀ IN AUTOGESTIONE “SE MI RICANDIDO NEL 2020? LO DECIDERANNO ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI”

- Pubblicità -
Il confronto con Milano, il rapporto con
le istituzioni locali, ma soprattutto la mancanza di attenzione
dello Stato per la sua Capitale. ‘Vivere a Roma e’ un privilegio,
ma Roma non e’ una citta’ privilegiata’, dice Lorenzo
Tagliavanti, presidente della Camera di commercio capitolina,
intervistato dall’agenzia Dire. E se da un lato oggi Roma e’ ‘una
citta’ autogestita che giudica inutile anche la protesta’,
dall’altro la citta’ ‘ha la capacita’ di mettersi in moto’. Al
suo penultimo anno di mandato, Tagliavanti racconta anche i
momenti salienti della sua consiliatura, ma lascia alle
associazioni ‘la scelta’ di una sua nuova candidatura nel 2020.
Ecco l’intervista completa:

– Gli ultimi dati della Banca d’Italia parlano di una frenata
nella crescita del Lazio. E a Roma come vanno le cose? Qual e’ lo
stato di salute delle imprese cittadine?
‘I dati del Lazio sono condizionati da quelli di Roma, che
rappresenta il 75% della capacita’ produttiva della nostra
regione. Roma si e’ fatta trovare impreparata dalla crisi che ha
completamente abbattuto tutte le fonti di ricchezza. E in quel
momento la citta’ si e’ trovata senza un modello alternativo.
Tuttavia, abbiamo assistito a quello che io chiamo il paradosso
romano: oggi produciamo tre miliardi in meno  rispetto al 2007,
ma da allora nella Capitale c’e’ stato un vero e proprio boom di
imprese: ne abbiamo 78mila in piu’, cosi’ come abbiamo 226mila
occupati in piu’. In tutto, ci sono 40mila imprese di giovani al
di sotto dei 35 anni, piu’ di 100mila donne imprenditrici e quasi
70mila aziende aperte da migranti. La citta’ non e’ rimasta a
guardare, ma tratta di imprese deboli, per cui abbiamo una minore
capacita’ di creare ricchezza. Di fatto, mon potendoci
redistribuire la ricchezza, ci siamo redistribuiti la poverta’.
Per questo la tenuta sociale della periferia romana e’ di gran
lunga superiore a quella delle periferie francesi o di alcune
parti di quelle londinesi. A fronte di questi meccanismi di
autodifesa dei romani, pero’, quello che e’ mancato e’ stata la
capacita’ dei cosiddetti ‘Palazzi romani’ di dare una prospettiva
a tutto questo’.

– Lei e’ anche il presidente di Infocamere, la societa’ delle
Camere di commercio italiane per l’innovazione digitale. Da
questo punto di vista a che punto sta la Capitale? Questo divario
con Milano e’ reale o assomiglia di piu’ a un tormentone
mediatico?
‘Un grande Paese industrializzato come l’Italia puo’ avere due
grandi citta’. Il fatto che l’Italia abbia sia Roma che Milano,
peraltro complementari, e’ una grande ricchezza. Tuttavia, mentre
Milano ha gia’ trovato una sua strada, Roma stenta ancora. Va
detto che il capoluogo meneghino e’ sicuramente una citta’ piu’
semplice e piu’ compatta, con una forte tradizione
imprenditoriale che sa cogliere e cavalcare i cambiamenti di
natura economica. In piu’, Milano e’ stata anche in grado di
selezionare una classe dirigente che ha sempre saputo leggere per
tempo i cambiamenti’.

Prosegue l’intervista della Dire a Lorenzo
Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma:

– Crede che la presenza dei ‘Palazzi’ abbia penalizzato e
penalizzi Roma?
‘Anche la politica era una risorsa. Beato quel Paese che ha una
buona politica, perche’ se una Capitale funziona, funziona il
Paese. Negli ultimi anni abbiamo avuto un certo abbandono delle
politiche nazionali verso questa citta’. Vivere a Roma e’ un
privilegio, ma Roma non e’ una citta’ privilegiata. Se osserviamo
l’attenzione nei confronti della nostra citta’ da parte dello
Stato, anche rispetto a Torino, Milano e Napoli, vedremo che gli
investimenti in assoluto sono stati particolarmente bassi.
Soprattutto negli ultimi 10 anni, abbiamo avuto un certo Stato
distante dalla propria Capitale. Fatto, questo, che si e’ sommato
anche ai vari tentativi di dare un governo alla citta’ che si
sono rivelati non all’altezza della complessita’ di Roma. Ecco,
uno dei temi centrali e’ proprio la complessita’ della citta’, il
fatto che continuiamo a governare Roma come se fosse uno dei
tanti Comuni italiani, quando in realta’ e’ la Capitale del Paese
che meriterebbe e dovrebbe avere anche un inquadramento
istituzionale diverso’.

– Nelle ultime settimane e soprattutto negli ultimi giorni, la
citta’ e’ tornata in sofferenza per via della mancata raccolta
dei rifiuti. Il tutto aggravato da quello che sembra essere uno
scontro politico della sindaca con il governatore del Lazio. Come
vede questo stallo? E quanto pesa sul tessuto economico romano?
‘In questo momento la citta’ sembra un po’ in autogestione.
Prima, anche per molto meno, ci sarebbero state molte
manifestazioni di protesta. Adesso non ci sono neanche piu’
queste perche’ anche la stessa protesta sembra essere
un’attivita’ inutile. Purtroppo, questo si ritrova nel grande
astensionismo elettorale: una forma di sfiducia che le cose
possano cambiare. Ma non dimentichiamo che a fronte di questo
elemento negativo c’e’ tutta una citta’ che invece si e’ messa in
moto e qualcosa ha fatto’.

Prosegue l’intervista della Dire a Lorenzo
Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma:

– A meta’ maggio la Camera di commercio ha siglato un’intesa con
il Campidoglio per lo sviluppo della citta’. Da allora sono
passati quasi due mesi. Quell’accordo ha avuto un seguito?
‘La Camera di commercio ha fatto accordi con il Comune di Roma e
anche con la Regione Lazio e il ministero dello Sviluppo
economico, perche’ a nostro avviso i Palazzi si devono parlare e
devono collaborare. Con la Regione condividiamo le politiche e
gli sforzi su innovazione e internazionalizzazione, cosi’ come
collaboriamo sul tema della valorizzazione del cibo e del made in
Italy. Con il Campidoglio attualmente i risultati migliori che
abbiamo realizzato sono stati sul fronte delle politiche
culturali. Da ultimo, abbiamo annunciato il rafforzamento della
nostra presenza al Teatro dell’Opera. In cambio, abbiamo chiesto
all’amministrazione comunale di portare l’Opera in periferia e di
fare una serie di corsi di apprendistato per giovani sui mestieri
del teatro. Per il resto, l’accordo col Comune e’ ancora troppo
recente per poterlo spostare su altri settori che noi
consideriamo strategici come il turismo. Tra i temi di cui
vorremmo occuparci insieme all’amministrazione comunale c’e’
anche il cambiamento non positivo che ha investito il Centro
storico di Roma, costretto a subire il turismo’.

– Quali sono i prossimi appuntamenti della Camera di commercio?
‘A ottobre ci sara’ l’edizione 2019 della Maker faire Rome, che
rimane l’evento piu’ importante in Europa sul fronte
dell’innovazione. Promossa da Innova Camera, nostra azienda
speciale, serve a fare il punto su come e dove va l’innovazione
ed e’ importante che venga fatta a Roma e che sia frequentata non
solo da gli innovatori e dagli accademici, ma soprattutto dalle
imprese e dalle famiglie romane, perche’ e’ l’unico modo per far
passare l’innovazione nelle nostre abitudini quotidiane, cosi’
come all’interno del nostro sistema produttivo. La considero una
delle chiavi di volta per poter rilanciare Roma, che dovra’
scegliere con grande determinazione e forza di abbracciare la
rivoluzione digitale per costruirsi un suo futuro positivo’.

– Lei e’ stato eletto nel 2015. Il prossimo anno, dunque, scade
il suo mandato. Dopo quattro anni, puo’ iniziare a tracciare un
bilancio?
‘Ci sono tre momenti che considero importanti di questa
consiliatura e che rimarranno nel mio ricordo. Il primo riguarda
il Giubileo degli uomini e delle donne delle imprese. In
quell’occasione portammo migliaia di imprenditrici e di
imprenditori di Roma in udienza dal Papa, al quale regalammo la
bisaccia del pellegrino. Un altro momento importante e’ stato
quando con la Comunita’ ebraica abbiamo ricordato nel Tempio di
Adriano la grande ingiustizia delle leggi razziali, quando la
Camera di commercio fu costretta a togliere le imprese ai
proprietari ebrei. In occasione dei 70 anni da quella legge
infame, abbiamo apposto una targa dentro il Tempio di Adriano che
ricordasse quell’ingiustizia. Un terzo momento, importantissimo,
e’ stato quando abbiamo ripristinato, dopo un accurato lavoro di
restauro, l’area del vecchio ingresso del Tempio di Adriano
insieme ad Andrea Camilleri. Per il resto, un bilancio
dell’operato di questa Giunta e mio personale lo faranno altri’.

– Si ricandidera’?
‘Questo lo decideranno le associazioni imprenditoriali, che sono
le vere depositarie di questa scelta’.

– Lei rifarebbe il presidente della Camera di commercio di Roma?
‘Ascoltero’ il giudizio e gli intendimenti delle associazioni
imprenditoriali’.