Mostre: Titina Maselli, modernità e indipendenza

- Pubblicità -

Il suo ultimo quadro, Boxeurs, sul cavalletto e lei morta sul letto. Titina Maselli aveva 81 anni quando il 22 febbraio 2005 così la trovarono nella sua casa di Trastevere il fratello Citto e altre persone che erano con lui. “L’ ho sempre ammirata per il coraggio con cui, sola, affrontava tutto. Sola anche quel pomeriggio” dice il regista.
Una condizione scelta dall’ artista che considerava la solitudine “il vero segno dell’indipendenza”. C’ è l’ intero arco di una produzione che ha attraversato la seconda metà del secolo scorso e oltre nella antologica che la Bertolami Fine Art dedica a Titina Maselli dal 2 al 30 marzo a Palazzo Caetani Lovatelli, a Roma, dove troverà posto l’ archivio della pittrice. “I riti della modernità”, a cura di Claudia Terenzi, è il racconto di una avventura cominciata precocemente all’ interno di una famiglia molisana radicata a Roma e molto ben inserita nell’ ambiente culturale della capitale dei primi decenni del Novecento, e poi proseguita superando i confini nazionali, soprattutto in Francia, dove ha ottenuto maggiore considerazione che in patria. Il padre Enrico, letterato e critico d’ arte raffinato, fece della sua casa in via Sardegna un luogo in cui erano ospiti fissi Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli, Emilio Cecchi, Alberto Savinio, il musicista Alfredo Casella, Alberto Moravia, Palma Bucarelli e Silvio D’Amico. Nel 1952 si stabilì a New York per restarvi tre anni. Negli anni Sessanta scelse di usare l’ acrilico. Le sue composizioni giganti su temi convenzionalmente maschili fecero risaltare la sua “siderale lontananza del suo lavoro dal cliché dell’arte femminile e il contrasto con la sua intensa femminilità di autrice bella, esile, elegante”. Se Roma fu il luogo del suo continuo ritorno, tra gli altri luoghi del suo peregrinare artistico un ruolo di primo piano occupò Parigi, dove visse dagli anni ’70. Fu proprio la Francia a tributarle i primi grandi riconoscimenti internazionali. In quegli stessi anni cominciò a dedicarsi al teatro firmando scenografie importanti, un interesse e un impegno che l’ accompagnarono fino alla fine.