Coronavirus: Bertolaso positivo al Covid-19. Arcuri: “Vi imploriamo, rispettate le misure”

Il direttore del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in un video su Facebook, parla dell'allestimento dei primi moduli del grande hub di rianimazione dedicato ai pazienti Covid in via di allestimento all'interno dei padiglioni della Fiera di Milano, 22 marzo 2020. "Le maestranze sono già all'opera, si lavora 24 ore su 24, giorno e notte, ventre a terra. Le attrezzature le stiamo reperendo in giro per il mondo'', ha detto. ANSA / Immagine tratta da www.ospedalefieramilano.it +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ ++NO SALES; NO ARCHIVE; EDITORIAL USE ONLY++
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Guido Bertolaso positivo al Covid-19. “Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi a cui andavo incontro, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese. Ho qualche linea di febbre, nessun altro sintomo al momento. Sia io che i miei collaboratori più stretti siamo in isolamento e rispetteremo il periodo di quarantena. Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e coordinerò i lavori nelle Marche. Vincerò anche questa battaglia”. Così in un post su Fb Guido Bertolaso. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha detto: Bertolaso “mi ha espresso con la solita forza e determinazione di voler continuare a lavorare anche se evidentemente da remoto ma è sempre al nostro fianco e ci darà una mano per portare avanti la realizzazione dell’ospedale”. “Io non torno in quarantena”, ha aggiunto Fontana. Con Bertolaso, ha spiegato Fontana, “non ho avuto nessun contatto stretto, l’ho visto solo domenica alla Fiera e siamo stati vicini per neanche due minuti”.

Il commissario Arcuri: “Vi imploriamo, rispettate le misure” – “Tutti i cittadini stanno facendo enormi sacrifici, li ringrazio, ma non basta, bisogna essere chiari: è davvero importante attenersi alle prescrizioni che il governo ha dato, sapendo che sono difficili, inusuali, quasi non contemporanee. La stragrande maggioranza le rispetta, imploriamo di rispettarle a tutti gli italiani. Dobbiamo fare in modo che emergenza non si diffonda in regioni dove finora è stata contenuta la sua portata, con l’aiuto degli italiani di quelle regioni, ma non solo”. Così il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa.

Tra 3 giorni un consorzio di produttori italiani inizierà a produrre le mascherine e “a dotare il nostro sistema e il nostro paese delle munizioni che ci servono per contrastare questa guerra ed evitare la nostra totale dipendenza dalle esportazioni”, ha detto Arcuri sottolineando che si sono messe insieme diverse imprese italiane “posizionate nel settore della moda, senza concorrenza e senza lotte tra loro”. “In poco tempo – ha aggiunto – copriranno la metà del nostro fabbisogno”.

“Dobbiamo garantire più macchine, più posti letto, più personale: dobbiamo implementare una rivoluzione del nostro sistema sanitario”, ha detto il commissario Arcuri , sottolineando che oggi saranno distribuiti 135 ventilatori per le terapie intensive e ieri ne sono stati distribuiti 121. “Siamo passati da 13 a 73 ventilatori distribuiti al giorno. Sono ancora pochi e confidiamo che i numeri possano rapidamente crescere”. I posti di terapia intensiva sono passati da 5.343 posti a 8.370, con un aumento del 60%.

“Da 5.300 a oltre 8 mila posti di terapia intensiva, il 64% in più; da 6.625 a 26.169 posti letto in pneumologia e infettivologia, oltre di quattro volte in più, succede solo nei grandi Paesi che sono coesi a contrastare questo nemico”, ha aggiunto Arcuri.

Arcuri afferma che “saranno inviati nelle prossime 72 ore, quasi certamente domani il primo contingente, 300 medici negli ospedali più in difficoltà. Con una nuova ordinanza trasferiremo su base volontaria 500 infermieri nelle zone con più alto numero di malati Covid 19”.

Borrelli: “Credibile il rapporto un malato certificato ogni 10 non censiti”

“Il 31 gennaio questo governo ha dichiarato lo stato di emergenza e bloccato i voli da e per la Cina, mi sembra che abbiamo compreso subito che questa epidemia era una cosa seria”. Lo precisa, in una intervista in apertura di prima pagina di Repubblica, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, dopo aver spiegato che in un momento speciale come il presente la macchina che lui guida ha bisogno di rapidità: “Non siamo dei burocrati”.

I NUMERI

“I contagiati ufficiali a ieri sera erano 63 mila – riferisce quindi -. Ma il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile”. Quanto al problema più grave in questo momento, Borrelli riflette che “si dovrebbero poter comprare i ventilatori da terapia intensiva nei supermercati e le mascherine ad ogni angolo, e invece stiamo faticando”. E sollecita la partenza “prima possibile” di una produzione nazionale: su certi beni così importanti, dice, si deve cambiare traiettoria, fare scorte, reinsediare filiere sul territorio. E poi l’invito a tornare a rafforzare la struttura della Protezione civile.